Aiuto il coniglio è diventato un patchwork!

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Coniglio patchwork

Le razze di coniglio riconosciute ufficialmente ad oggi sono una sessantina.
Si distinguono per il colore del mantello, per la lunghezza e la conformazione del pelo e anche per la taglia.
Dal Nano olandese che non raggiunge il chilo di peso al Gigante fiammingo che supera spesso gli otto chili!

Sono quarantatré quelle inserite nel registro dell’Associazione Nazionale Coniglicoltori Italiani (ANCI), divise in categorie in base al peso e al tipo di pelo. Pesanti, medie, leggere e a struttura di pelo speciale.

Eppure, nonostante gli standard di razza, in alcuni momenti dell’anno i conigli possono cambiare aspetto. Il mantello può assumere colorazioni differenti anche a chiazze, o cadere all’improvviso e altrettanto rapidamente ricrescere, in assenza di patologie.

Per qualche giorno, o settimana in alcuni casi, sembrano davvero dei parchwork!

Le razze più diffuse

I conigli più diffusi nelle nostre case sono “conigli fantasia”.
Sono cioè incroci tra razze diverse, dalle quali ereditano alcuni particolari: le orecchie lunghe e pendenti dell’ariete nano, tra le quali si erge ritta e fiera la “criniera” tipica del Testa di leone nano, per esempio.

Spesso vengono adottati con la convinzione che appartengano a questa o quella razza, ma non è così.
In altri casi invece provengono da allevamenti che cercano di competere “specializzandosi” in razze particolari. Di solito delicate come solo gli animali troppo selezionati sanno essere…
Conigli di taglia sempre più piccola per suscitare tenerezza, fragili come cristallo, con il pelo lungo e sottile. Morbidissimi certo, ma che si “infeltriscono” solo a guardarli…

Giant Angora

In molti casi, come accade per l’American Fuzzy Lop, coniglio con le caratteristiche dell’ariete olandese portatore del gene angora, ma con la testa rotonda e il muso schiacciato, la predisposizione alle patologie dentali è molto elevata.
La testa tonda con gli occhioni grandi ispira ancora una volta tenerezza, proprio come accade con molte razze canine: l’aspetto del cucciolo permane nell’adulto e fa breccia nei nostri cuori, ma l’accorciamento del setto nasale e di mandibola e mascella non sono certo privi di conseguenze sulla salute.

American Fuzzy Lop, Foto: Shoppok

Torniamo alla questione del patchwork

Perché conigli anche di razza in alcuni momenti dell’anno possono assumere strane sembianze?

Perché il processo di muta, cioè il fisiologico turn over del pelo tra l’inverno e l’estate può non avvenire nel modo che ci aspettiamo, pur in assenza di patologia.

La muta in natura avviene in primavera, quando il pelo e il sottopelo invernale hanno svolto il loro compito di isolamento e lasciano il posto al mantello più “leggero”.
E viceversa in autunno, quando il pelo torna ad infittirsi.

Quando i conigli vivono in casa con noi però questo ritmo stagionale non è così netto: a causa delle temperature miti dovute al riscaldamento continuano a perdere il pelo spesso per tutto l’inverno.

Accade anche che la muta avvenga in modo improvviso: nell’arco di pochi giorni il coniglio perde quantità ingenti di pelo, in genere partendo dalla testa in direzione della coda.

Soprattutto quando il pelo è più lungo durante la muta possono comparire zone glabre, con cute del tutto normale e ricrescita in breve tempo.
E il pelo che nasce può avere una colorazione differente!

Foto: Pinterest

Tra l’estate e l’inverno, probabilmente per un retaggio ancestrale legato alla necessità di mimetismo con l’ambiente, i conigli possono cambiare colore, tonalità, aspetto.
Niente paura dunque, può essere un processo del tutto normale e le visite veterinarie di routine due volte all’anno servono anche per controllare che non ci siano cause patologiche (una tra tante quella surrenalica, che determinando spesso iperestrogenismo può provocare cambiamento nel colore e nell’aspetto del pelo…).

Cosa fare se accade?

Se conosciamo bene i conigli con cui viviamo dovremmo poter capire se si tratta solo di una muta “particolare” o se qualcosa non sta andando per il verso giusto.

In ogni caso, se abbiamo dei dubbi, chiediamo al nostro medico veterinario di fiducia, esperto nella medicina del coniglio: saprà dirci se il patchwork è temporaneo e fisiologico o se si tratta piuttosto di una spia di un processo patologico sottostante, sul quale conviene indagare.

L’importante, come sempre, è chiedere in caso di dubbio!

Post scritto da Dr. Cinzia CiarmatoriDVMGPCert(ExAP)

Foto: Rabbits United Forum

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