E il coniglio come gioca? Ecco qualche idea!

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Coniglio tunnel

Premessa

Quando ci occupiamo dello studio dell’etogramma di una specie, come medici veterinari siamo abituati al fatto che una sezione è dedicata al comportamento di gioco, play behaviour in lingua anglosassone.
Se parliamo di cane o gatto sappiamo davvero molto ormai e siamo in grado di consigliare al meglio come farlo, con quali modalità, cosa è meglio evitare, a cosa fare attenzione.
Diverso è il discorso se pensiamo al coniglio o agli altri Piccoli Mammiferi.

Cosa sappiamo?

Il gioco è considerato uno degli indici più importanti di benessere: gli animali non in salute, affamati o in condizioni di vita stressanti infatti non sono in grado di giocare.
Sappiamo che tutti gli animali sociali giocano, vertebrati e non, ma soprattutto i mammiferi e in particolare i giovani maschi.
Conigli, cavie, furetti non fanno dunque eccezione e se diamo loro la possibilità di esprimersi sono dei “gran giocatori”!

In conclusione

Nella raccolta anamnestica potremmo imparare a chiedere anche per i Piccoli Mammiferi se, come e quanto giocano.
Potrebbe essere un buon modo per conoscere meglio loro e le loro famiglie e per assicurarci che siano davvero in buona salute e che stiano vivendo in modo rispettoso per il loro etogramma.

I conigli giocano?

I conigli, ormai lo sappiamo, sono animali sociali e proprio per questo hanno grande necessità di interazione, anche di gioco, con i loro simili.
Sono in grado però di creare legami e relazioni anche con individui di altre specie compresa la nostra (attenzione però ai predatori, cani e furetti in particolare).

Sappiamo anche che si tratta di animali facilmente stressabili e inclini alla paura, quindi non possiamo pensare di giocare con un coniglio come faremmo con un cane: rincorrere una preda, se non correttamente e sufficientemente socializzata, può diventare un’esperienza terrorizzante.

E se un coniglio si spaventa tenderà a memorizzare le circostanze nelle quali l’evento si verifica, magari l’ingresso nella stanza di quello specifico individuo, per scappare e nascondersi.

Si tratta di animali estremamente intelligenti, ognuno con la propria personalità, e in generale preferiscono essere avvicinati e toccati con lentezza e delicatezza.

Come sappiamo se un coniglio è incline al gioco?

Lo osserviamo, per capire dalla posizione del corpo e delle orecchie se è rilassato e ben disposto.

Immagine tratta da rspca.org.uk

Le immagini 1, 2 e 3 mostrano un coniglio con un grado crescente di rilassamento, le orecchie sono vicine tra loro, leggermente rivolte all’indietro e all’esterno.
Gli occhi possono essere socchiusi.

Il coniglio nell’immagine 4 invece sta invitando al gioco: salta in aria con tutti e quattro gli arti e fa una rotazione su se stesso prima di atterrare.

Quando invece non è il caso?

Quando sono spaventati, con i muscoli tesi, la testa premuta a terra, la pupilla dilatata, le orecchie divaricate e schiacciate sul dorso, come nella figura 1 della prossima sequenza.

Oppure vanno a nascondersi, come in figura 2.

Immagine tratta da rspca.org.uk

O ancora quando si voltano e se ne vanno battendo nervosamente con i piedi (Figura 1). Si sollevano sugli arti posteriori e usano gli anteriori per “boxare” (Figura 2). Rimangono in piedi e battono ripetutamente a terra con un arto posteriore (Figura 3). Infine inclinano la testa verso l’alto, aprono la bocca mostrando i denti.

Immagine tratta da rspca.org.uk

In tutti questi casi il corpo è teso, i muscoli in tensione, le orecchie indietro o protese in avanti, la coda sollevata, le pupille sono dilatate e la sclera è in evidenza.

Possono ringhiare, attaccare con gli arti anteriori e mordere, se non si interrompe l’interazione e non si dà loro modo di allontanarsi e recuperare un equilibrio emozionale.

Che giochi proporre?

La prima cosa da mettere a disposizione è il proprio tempo e la propria attenzione, non serve nulla di complicato.

Molti conigli amano giocare a palla e riportare oggetti, l’importante è che siano “a prova di coniglio”: ottimo materiale è il rattan, oppure il legno non trattato.

Se vogliamo proporre giocattoli in gomma è bene che siano fatti per cani di grossa taglia, di quelli “indistruttibili” in modo che non possano rosicchiarli e ingerirne pezzi.

Cesti in vimini, scatoloni e scatole nelle quali nascondersi, magari piene di fieno per scavare, tunnel di plastica o nylon, il limite è davvero solo la fantasia.

E per gli altri Piccoli Mammiferi?

Il concetto è sostanzialmente lo stesso: se mostriamo a chi vive con questi animali come capire se, quando e quanto interagire la relazione si arricchirà enormemente, con grandi benefici sulla salute e sul benessere sia degli animali che del sistema famiglia.

Le cavie peruviane ad esempio amano spesso giocare a nascondino, oppure rincorrono oggetti e cercano di afferrarli se per esempio li muoviamo attaccati ad un cordino.

Se diamo loro l’opportunità di nascondersi sotto un asciugamano e lo solleviamo lentamente dicendo “Cucù” o “Bu bu settete” comprendono molto presto che li stiamo invitando al gioco e non vorrebbero più smettere…

Per non parlare dei furetti, veri e propri maestri nell’arte del gioco, con loro possiamo anche improvvisare: ci insegneranno come tornare a divertirci con nulla!

In conclusione

Come medici veterinari siamo chiamati ad occuparci della salute degli animali e per tanti motivi siamo portati a dare priorità alle questioni prettamente organiche: il benessere psicologico e la salute emozionale e mentale tendono a passare troppe volte in secondo piano.

In un’ottica di prevenzione però sarebbe opportuno tornare a mettere sullo stesso piano entrambi gli aspetti, come del resto ci insegnano molti approcci scientifici come quello di psico-neuro-endocrino-immunologia.

Mi auguro quindi che la domanda “Che giochi fate insieme?” possa assumere presto un ruolo di rilievo in fase di visita e di anamnesi, sia per il cane e il gatto che per tante altre specie…

Post scritto da Dr. Cinzia Ciarmatori, DVM, GPCert(ExAP)

Photo by Shannon Litton Unsplash

Articoli e testi consultati:

Play behaviour in nonhuman animals and the animal welfare issue, Oliveira A. et al., Journal of Ethology, 28(1):1-5, 2010

Exotic Pet Behavior, Bradley Bays T. et al., Saunders-Elsevier, 2006

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