I betaglucani, gli “amici” del sistema immunitario

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I betaglucani sono dei polisaccaridi indigeribili. Come dimostrano recenti ricerche scientifiche risultano utili alla salute dell’organismo.

Agiscono infatti favorevolmente soprattutto sul sistema immunitario. Modulandolo e rendendolo più reattivo.

Vediamo insieme perché!

Che cosa sono i betaglucani?

Dal punto di vista chimico i betaglucani sono polisaccaridi omopolimeri lineari del glucosio. Uniti da legami beta-glicosidici che rendono tali composti non digeribili dal cane e dal gatto.

La loro attività biologica viene influenzata da proprietà chimico-fisiche quali struttura macromolecolare e tipo di legame e di ramificazione. Ma anche peso molecolare e solubilità, tutti fattori variabili a seconda della fonte di provenienza.

Dove si trovano in natura?

In natura i betaglucani si trovano nelle strutture parietali di alcune varietà di funghi. Ma si evidenziano anche in altre fonti, come batteri, lieviti, alghe e cereali.

Diversi studi scientifici hanno dimostrato come la forma beta-1,3/1,6-glucano presente nel lievito (in particolare di Saccharomyces cerevisiae) sia quella maggiormente bioattiva.

Attività biologica dei betaglucani

Prima ancora che i betaglucani fossero identificati come degli immunomodulatori, gli effetti benefici di queste molecole erano già conosciuti nella medicina tradizionale orientale.

Oggi numerosi studi scientifici hanno dimostrato come la supplementazione nutrizionale con betaglucani eserciti comprovati effetti benefici sull’organismo. In modo particolare a carico del sistema immunitario.

Infatti, i betaglucani vengono oggi identificati come “modificatori della risposta biologica”. Proprio per la loro attività immunomodulante.

Legandosi a specifici recettori di riconoscimento presenti sulle cellule del sistema immunitario (detti PRRs, Pattern Recognition Receptors), tra cui la Dectina-1, vengono riconosciuti come molecole estranee all’organismo (“not self”).

Tutto ciò induce una cascata di reazioni che portano ad un aumento della fagocitosi, alla sintesi di citochine e di mediatori dell’infiammazione che, a loro volta, stimolano la produzione di linfociti B e T, con attivazione dell’immunità umorale e cellulo-mediata.

Numerose evidenze scientifiche testimoniano come la supplementazione dietetica di betaglucani sia in grado di influenzare favorevolmente le difese immunitarie sia enteriche sia circolanti. La risposta anticorpale in seguito a vaccinazione ma anche il trattamento e la prevenzione di malattie batteriche, virali e fungine e il trattamento di processi infiammatori.

I betaglucani sono “modulatori della risposta biologica” per la loro attività immunomodulante

Betaglucani e profilassi vaccinale

Alcuni studi clinici (Altug et al., 2010; Haladovà et al., 2011; Vojtek et al., 2017) hanno dimostrato come, in seguito a vaccinazione, nel siero degli animali che avevano ricevuto precedentemente e/o contemporaneamente una somministrazione orale di betaglucani venissero rilevati livelli di immunoglobuline antigene-specifiche più alti rispetto al siero degli animali vaccinati che non avevano ricevuto la supplementazione con betaglucani.

Questi autori confermano, dunque, che l’integrazione alimentare con betaglucani potrebbe migliorare la risposta immunitaria umorale dopo la vaccinazione.
Così come alcuni parametri immunitari non specifici.

Altre proprietà dei betaglucani

Oltre all’azione immunomodulante, i betaglucani hanno anche la capacità di limitare l’azione citotossica dei chemioterapici utilizzati in corso di neoplasia e di controllare alcuni effetti secondari alla chemioterapia (es. leucopenia).

In conclusione

Per concludere possiamo dire che i betaglucani risultano utili in generale per la salute dell’organismo.
In particolare, però, le loro proprietà li rendono specificatamente indicati per supportare il sistema immunitario in corso di malattie debilitanti e trattamenti chemioterapici, durante la profilassi vaccinale e in condizioni di stress.

Articolo a cura della Divisione scientifica di Teknofarma

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• I betaglucani nell’alimentazione del cane, La Settimana Veterinaria N. 1073/2018

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