I pappagalli e la strategia dello spreco

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I pappagalli e lo spreco

Chi conosce i pappagalli sa bene come e quanto siano capaci di spargere il cibo ovunque, con grande spreco di risorse.

Perché lo fanno? Ha un significato o è un comportamento fine a se stesso?

Difficile pensarlo, in natura ogni cosa ha un senso molto preciso e va guardata in modo sistemico.

Possibile dunque che animali così evoluti come i pappagalli sprechino sistematicamente una risorsa fondamentale come il cibo?

La risposta è no, non si tratta di spreco ma di una vera e propria strategia ecologica ed evolutiva. Parola di ricercatori e ricercatrici!

Uno studio pubblicato nell’Ottobre 2019 dal titolo The extent, frequency and ecological functions of food wasting by parrots si interroga proprio sul significato in termini ecologici ed evolutivi dello spreco di cibo nei pappagalli.

Tutti i pappagalli sprecano il cibo?

Sembra proprio di sì.
Eppure a prima vista sembrerebbe illogico: il cibo è una risorsa preziosa in natura, sia le prede che i predatori sono sottoposti ad alto dispendio energetico durante la caccia o lo spostamento alla ricerca di alimenti di cui nutrirsi.

Perché dunque molti pappagalli mangiano frutti solo parzialmente (e le scimmie scartano più di due terzi dei semi che manipolano)?

Possibile che si tratti di eventi casuali e accidentali, che i frutti più grandi cadano con maggior frequenza durante la loro “manipolazione”?

Le ricerche ci dicono che ci sono molti fattori che influiscono, tra questi la densità della popolazione e dunque l’azione di disturbo da parte di conspecifici.

Ma anche la storia di co-evoluzione tra animali e vegetali, la disponibilità di cibo e la scelta deliberata nel caso di frutti acerbi, parassitati o a basso contenuto energetico e nutrizionale.

Quali sono le conseguenze dello “spreco” di cibo?

Le conseguenze sono molteplici: da un lato il cibo che raggiunge terra permette ad animali che non potrebbero raggiungerlo di cibarsene.

Non solo: rompendo con il becco i semi o i frutti molto duri permettono ad altri animali di mangiarli.

In più aumentano per la pianta le possibilità di dispersione dei propri semi, anche attraverso l’ingestione da parte di specie che vivono a terra che fungono da dispersori secondari.

Combinando approcci sperimentali con il lavoro sul campo in cinque continenti lo studio ha analizzato in modo sistematico l’abitudine allo spreco di cibo dei pappagalli, per valutare l’estensione spaziale e temporale, la tipologia e la tassonomia di questa “strategia” del rifiuto.

Alcuni risultati dello studio

I ricercatori dopo lunga analisi dei dati hanno potuto concludere che lo spreco di cibo per i pappagalli è davvero un comportamento diffuso, in trentacinque biomi, diciassette Paesi e cinque continenti.

Lo “spreco” avviene tutto l’anno, con maggior frequenza nella stagione non riproduttiva.

Frutti e semi vengono sprecati di più, ma stessa sorte subiscono ramoscelli, foglie, germogli, parassiti, corteccia e fiori.

I pappagalli e lo spreco di cibo nello studio


Quanto cibo viene sprecato?

In cattività il 21,2% dell’alimento fornito in media. In natura invece in media l’11,8% dei frutti e il 14,6% dei semi, con un range di variabilità da zero rifiuti al 100% dei frutti e 80% dei semi.

Photo Magda Ehlers da Pexels

Il significato ecologico dello spreco

Secondo lo studio i beneficiari dello spreco sono numerosissimi: ottantasei specie tra altri uccelli, mammiferi, rettili, pesci e insetti, in particolare formiche.

Tra questi, ventotto specie fungono da disperdenti secondari di frutti e semi, che vengono portati anche a cento metri di distanza.

I pappagalli quindi hanno un rapporto di mutualismo/antagonismo con le piante, predandone alcune parti ma agendo anche da dispersori di semi, impollinatori o guaritori.

Conclusione

Lo studio, seppur da approfondire, mette in luce un’importante strategia evolutiva e il ruolo dei pappagalli nella conservazione degli ecosistemi, soprattutto nell’attuale scenario di distruzione a ritmi elevati e frammentazione delle foreste tropicali.

Molte specie di pappagalli sono però a rischio di estinzione o fortemente minacciati dalla pressione antropica e lo sforzo per la conservazione in-situ dev’essere quanto mai potenziato.

Un’ultima riflessione: quando sprechiamo cibo, noi lo facciamo davvero, senza alcun vantaggio ecologico, contro qualunque strategia evolutiva!



Post a cura della dr Cinzia Ciarmatori, DMV, GPCert(ExAP)

Foto: Sivakumar B da Pexels

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