Il Biancospino: la “pianta del cuore” anche per i nostri pets

Il biancospino è tradizionalmente conosciuto come la “pianta del cuore” per le sue proprietà cardioprotettive, note fin dagli inizi del ‘900 e studiate da medici e fitoterapeuti famosi come Henri Leclerc.

Conosciamo insieme questa pianta e scopriamo perchè può essere benefica per il cuore dei nostri amici a quattro zampe.

Conosciamo meglio il biancospino

Con il termine biancospino si fa generalmente riferimento a due specie difficilmente distinguibili fra di loro morfologicamente, Crataegus oxyacantha e Crataegus monogyna.

Il biancospino è una pianta spontanea, appartenente al regno delle Rosaceae, cresce facilmente ovunque in Europa e anche in altri continenti.
Nell’antichità era considerata una pianta sacra, infatti veniva spesso utilizzata durante cerimonie e riti propiziatori.

Parti utilizzate e principi attivi

Di questa pianta, in fitoterapia, vengono utilizzati principalmente foglie e fiori. Farmacopee di altre nazioni ammettono come droga anche i frutti (bacche).
Inoltre, dai giovani germogli di questa pianta è possibile ottenere anche il gemmoderivato.

Queste droghe sono ricche di principi attivi utili all’organismo vivente. Quali flavonoidi (come vitexina, rutina, iperoside…), procianidine (catechina, epicatechina), derivati xantinici (adenosina, adenina, guanina e acido urico), derivati triterpenici, amine, β-sitosterolo e polifenoli (acido clorogenico e acido caffeico).

Il biancospino può essere assunto sotto diverse forme: polvere (generalmente in capsule), estratto fluido, estratto secco (titolato in vitexina-2’-ramnoside), tintura madre, macerato glicerico e anche sotto forma di tisana.

Pur nell’ambito delle azioni generali della droga, comuni a tutte le preparazioni, si ritiene che la tisana sia la modalità che estrae meno principi attivi. Mentre le forme alcoliche garantiscono la migliore presenza di procianidine, flavonoidi, fenoli totali e vitexina.
Molti lavori recenti indicano nel gemmoderivato la forma galenica più attiva.

Uso tradizionale del Biancospino

Il biancospino è la pianta di cui si conosce il più antico utilizzo in fitoterapia: sin dal I secolo d.C. Dioscoride ne aveva descritto gli effetti benefici sul cuore.

Ma non solo. Nella medicina tradizionale cinese veniva utilizzato anche per trattare sintomi gastrointestinali, quali diarrea e dolore addominale.

Proprietà medicamentose del biancospino e indicazioni d’uso

Il biancospino è da sempre conosciuto come la “pianta del cuore” per la sua spiccata capacità di sostenere le funzioni cardiovascolari.
Infatti, ha proprietà cardiotoniche, ipotensive e vasodilatatrici che risultano utili in caso di condizioni patologiche quali aritmie, ipertensione ed insufficienza cardiaca.

Inoltre, ha proprietà sedative e rilassanti senza indurre torpore, molto utili nei disturbi d’ansia, soprattutto nei casi in cui questa influenza la pressione arteriosa.

A lungo termine svolge anche un blando effetto diuretico.

Utilizzo in Medicina Veterinaria

Le potenziali indicazioni d’uso nel cane e nel gatto sono le stesse dell’uomo.
Il biancospino è utile e particolarmente efficace in corso di insufficienza cardiaca congestizia ed ipertensione.

Solitamente gli effetti benefici si iniziano a vedere dopo circa 6 settimane dall’inizio della somministrazione.

Utilizzo in corso di insufficienza cardiaca nel cane

Uno studio scientifico del 2020, dal titolo “Evaluation of the Efficacy of Crataegus oxyacantha in Dogs with Early-Stage Heart Failure” (consultabile qui: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32679591/), ha valutato per la prima volta l’utilizzo del biancospino in cani ipertesi e affetti da degenerazione mixomatosa della valvola mitrale (MMVD, Myxomatous Mitral Valve Disease) in stadio iniziale.

I 30 cani arruolati sono stati divisi in tre gruppi uguali: un gruppo è stato trattato quotidianamente con tintura madre di biancospino, un altro con una formulazione omeopatica di biancospino (6 CH) e l’ultimo con una soluzione idroalcolica placebo.
Tutti i cani sono stati valutati clinicamente ogni 30 giorni dall’inizio della somministrazione e sono  state effettuate le seguenti indagini: ecocardiografia, misurazione della pressione arteriosa ed  esami ematobiochimici.

Nessuno dei cani trattati con biancospino ha presentato effetti avversi né ha manifestato alterazioni ematologiche.

Rispetto ai soggetti del gruppo placebo nei quali non è stato osservato alcun effetto, quelli trattati con tintura madre e formulazione omeopatica di biancospino hanno manifestato una riduzione della pressione arteriosa sistemica, rispettivamente dopo 90 e 60 giorni dall’inizio della somministrazione. Inoltre, negli gli stessi pazienti è stato registrato un miglioramento dei parametri ecocardiografici.

Questo studio ha dimostrato per la prima volta come la somministrazione di biancospino possa essere di beneficio per cani ipertesi e cardiopatici con MMVD, contribuendo ad aumentare la durata della fase asintomatica.

Può interagire con eventuali farmaci assunti?

Alcuni studi hanno evidenziato una possibile interazione del biancospino con principi attivi quali teofillina, epinefrina, digossina, barbiturici e altri.

Pertanto, in caso di concomitante assunzione di farmaci, è bene prestare molta attenzione e consultare sempre il proprio medico curante.

In conclusione…

In conclusione possiamo affermare che il biancospino può essere utile anche nei nostri amici a quattro zampe, cani e gatti, in condizioni di ipertensione e insufficienza cardiaca. Tuttavia, possono esserci delle controindicazioni dovute ad assunzione di farmaci e altre condizioni, pertanto è caldamente consigliato evitare il fai-da-te e rivolgersi sempre ad un Medico Veterinario competente prima di cominciare a somministrarlo al proprio animale.

Bibliografia

• Wynn, Fougère, Veterinary Herbal Medicine, 2007
• Chiereghin, Farmacia verde, manuale di fitoterapia, 2011
• Balbueno et al., “Evaluation of the Efficacy of Crataegus oxyacantha in Dogs with Early-Stage Heart Failure” , in Homeopathy, 2020

Articolo della dott.ssa Morena Cena