Il cane che tira al guinzaglio, qualche consiglio e qualche riflessione

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Il cane che tira al guinzaglio, qualche consiglio e qualche riflessione

Un problema riportato di frequente dai proprietari di cani è quello relativo al tirare al guinzaglio
durante le passeggiate.
In questo articolo farò un breve excursus sulle possibili cause di questa dinamica e presenterò il
punto di vista più aggiornato dal quale analizzare il problema.

Perché una Veterinaria comportamentalista parla di cani che tirano al guinzaglio?

Questo argomento potrebbe essere considerato solo come pertinente all’ambito addestrativo.
In realtà non è così. Come vedremo, le motivazioni per le quali un cane tira al guinzaglio sono
varie. Molte sono correlate al suo stato emotivo e alla relazione con la persona che lo accompagna.
Inoltre, un passeggiata effettuata correttamente, senza stress, e con mezzi di conduzione adeguati,
tutela il benessere psico-fisico dell’animale e l’incolumità di chi lo circonda.
Più che su specifiche tecniche, in questo articolo l’attenzione verrà posta su ciò che “sta dietro” il
tirare al guinzaglio.

Il cane non nasce con il guinzaglio

È importante ricordare che un cane non nasce sapendo andare al guinzaglio.
Ci sono cani più propensi a seguire il proprietario e a stargli vicino, ma il fatto di camminare al
passo senza tirare va insegnato.

Ancor prima, il guinzaglio (e collare o pettorina) vanno presentati al cane in modo graduale, sia
che si tratti di un cucciolo che di un cane adulto appena adottato, se egli non ne ha mai avuto
esperienza.

Tirare al guinzaglio, si tratta di cane ineducato o di cane dominante?

Nessuna delle due cose.
Quello della dominanza, cioè della presunta tendenza del cane a prevaricare l’umano, è un concetto
utilizzato a sproposito
per spiegare i comportamenti degli animali.
Quindi il cane che tira al guinzaglio non lo fa perché vuole essere “il capo”.
Per quanto riguarda l’educazione, potremmo dire che il saper andare al guinzaglio senza tirare può
far parte degli insegnamenti di un percorso educativo.
Tuttavia, bisogna considerare l’”educazione” come un processo di crescita dell’individuo, non
come un percorso addestrativo performativo.

I processi educativi

Il termine “educare” deriva dal latino “ex-ducere”, cioè “portare fuori”. Significa scoprire,
valorizzare e migliorare le potenzialità dell’individuo.
L’educazione è soprattutto un percorso di sviluppo del cane.
Tra i punti più importanti di un percorso di crescita vi sono il saper affrontare il mondo, saper
comunicare con gli altri, rispettare le basilari regole sociali, costruire un rapporto di fiducia con i
compagni umani, saper regolare le proprie emozioni.⁣
Quindi, educare non consiste solo nell’insegnare comandi.⁣ E ciò vale anche per il camminare al
guinzaglio.

Le tecniche “miracolose” per non far tirare al guinzaglio

Sui social e nella vita reale, si trovano molte pubblicità di professionisti che promettono di risolvere
in breve tempo il problema del tirare al guinzaglio.
Gli approcci sono i più diversi. Tra questi, c’è chi ritiene che che si debba punire il cane
strattonandolo attraverso il guinzaglio attaccato ad un collare, in modo da bloccarlo – anche
soffocandolo – così da non farlo tirare.
Dal lato opposto, c’è chi dice che basta munirsi di un guinzaglio molto lungo e di non tenerlo mai in
tensione, per indurre il cane a non tirare.

La comunità scientifica rifiuta i metodi punitivi, che andrebbero sempre evitati (ne abbiamo
parlato qui
). E cercare di non mettere tensione sul guinzaglio è di aiuto.
Ma ritengo che entrambi i metodi sopra esposti siano estremi e non funzionali.
Il primo – cioè strattonare – crea danni fisici e psicologici, e mina la relazione tra cane e figura di
riferimento. Il secondo – guinzaglio lungo – parlando di ambienti cittadini, può esporre a pericoli e
potrebbe non permettere alla persona di proteggere il cane da stimoli che lo mettono in difficoltà.
In generale, qualsiasi tecnica non è utile se alla base non vi è una buona relazione con il proprio
cane e se non si comprendono le sue necessità e la sua comunicazione
.

Tirare al guinzaglio è un sintomo

Non è corretto focalizzarsi solo sull’inibire il “sintomo”, cioè il comportamento di tirare.
Questo è quello che alcune persone fanno, utilizzando punizioni. Oppure smettendo di portare il
cane in passeggiata, se hanno il giardino.
Invece, è molto importante chiedersi perché il cane tira e come sta emotivamente, per poi
migliorare il problema.
Quindi, è bene diffidare da chi non si pone domande circa le motivazioni e le emozioni del cane.

Tirare al guinzaglio, motivazioni ed emozioni

Vediamo alcune ipotesi.
Un cane può tirare al guinzaglio:

  • perché è eccitato positivamente dall’uscita e dall’ambiente e non sa ancora regolare le proprie
    emozioni;
  • perché ha una forte motivazione esplorativa e cinestesica e per lui la persona cammina “troppo
    lentamente”;
  • perché è a disagio o spaventato e quindi può cercare di scappare per allontanarsi dalla situazione
    stressante;
  • perché è reattivo ad alcuni stimoli che incontra in passeggiata, a causa di uno stato emotivo non
    positivo, come paura e rabbia, scarsa socializzazione, tendenza a manifestare comportamenti di
    tipo predatorio (ad esempio verso biciclette), bassa resistenza alla frustrazione.

Gli aspetti gestionali quotidiani

Oltre a emozioni e motivazioni, anche la gestione globale del cane deve essere presa in considerazione, quindi è necessario valutare vari aspetti.
Il cane esce abbastanza e in quali contesti? Le passeggiate sono appaganti e stimolanti per lui?
Ha anche la possibilità di stare libero, ad esempio in sgambatoi (anche se su questi ci sarebbe da discutere) o campi cinofili?
Viene portato quando possibile in contesti naturali?
Svolge attività mentale e fisica regolarmente?
Gli viene data la possibilità di avere tempo di annusare e marcare? Questi infatti sono
comportamenti normali e necessari per un cane.
Non è invece fisiologico un cane che cammina attaccato alla gamba del proprietario, senza
guardarsi intorno e senza annusare. Questa è la condotta al piede, che si può insegnare, ma non
serve per una normale passeggiata.
Talvolta i cani non manifestano i comportamenti normali di annusare, guardarsi intorno, marcare,
poiché sono in stress per la situazione in cui li si è portati oppure perché sono stati precedentemente
inibiti nel farlo.

Relazione e comunicazione persona-cane

Una relazione robusta ed equilibrata con le figure di riferimento è fondamentale nel supportare il
cane ad acquisire la sicurezza e le competenze adeguate per muoversi nel mondo.

Una buona intesa con il proprietario può far si che il cane tenda a stare più vicino alla persona. Se
c’è fiducia, il cane infatti saprà che il proprio umano lo accompagnerà in esperienze piacevoli.

E che bisognerà “aspettarsi” reciprocamente.

D’altro canto si devono considerare anche le differenze di razza/tipologia. Un cane da pastore, ad
esempio, in generale, starà maggiormente vicino al proprietario. Un cane da caccia potrebbe invece
avere una percezione diversa della “distanza normale” da prendere rispetto all’umano mentre
esplora l’ambiente. Questo può non avere a che fare con la fiducia o con problemi emotivi del cane,
ma, appunto, rispecchia differenze motivazionali. Esse devono sempre essere prese in
considerazione.
Inoltre, è importante capire come la persona comunica con il proprio cane, attraverso il linguaggio
del corpo e la voce, e se è in grado di capire i segnali comunicativi dell’animale.
La passeggiata dovrebbe essere un momento da dedicare al cane, non ad altro.
Spesso è la persona stessa che mette tensione sul guinzaglio, indipendentemente dal fatto che il
cane sia un “tiratore” o meno [vedi studio 1], peggiorando il quadro.

Regole e responsabilità dei proprietari

In Italia esiste un obbligo di tenere il cane ad un guinzaglio di massimo 1,5 metri nelle aree urbane e
nei luoghi aperti al pubblico. Ovviamente è importante considerare la questione sicurezza (la
propria, quella del proprio cane e quella di chi lo circonda), e non è possibile lasciare fare al cane
tutto ciò che vuole.
Tuttavia, è dovere del proprietario comprendere i bisogni e le eventuali difficoltà del cane.
Se il cane tira perché ha paura e vuole allontanarsi dalla strada, non è corretto costringerlo a stare lì.
Ci si deve invece allontanare e, ovviamente, cercare di aiutarlo a superare il disagio con un percorso
ad hoc.
Passeggiare in ambiente naturale può essere molto appagante e rilassante, e si può fare utilizzando
longhine che permettano al cane un certo movimento.

Aiutando l’animale a stare meglio, migliorerà anche il suo comportamento, al di là degli
“esercizi” che si possono fare.

Conclusioni

Possiamo quindi dire che dietro al tirare al guinzaglio c’è un mondo, che merita di essere
scoperto.
I proprietari di cani possono chiedere aiuto ai professionisti del settore, Educatori e Istruttori
cinofili, Veterinari comportamentalisti, Etologi, che aiutino a capire le motivazioni per le quali il
cane tira e che guidino il proprietario a comprendere e rispettare il proprio cane quando
passeggiano insieme.

Dott.ssa Eva Ricci, Medico Veterinario Esperto in comportamento animale

[1] Shih HY, Georgiou F, Curtis RA, Paterson MBA, Phillips CJC. 2020. Behavioural Evaluation of a Leash
Tension Meter Which Measures Pull Direction and Force during Human-Dog on-Leash Walks. Animals
10(8):1382. doi: 10.3390/ani10081382.

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