Lipidi e microbiota del cane

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Lipidi e microbiota

Uno studio recente [1] valuta il rapporto tra lipidi e microbiota, approfondendo il legame tra acidi grassi nell’alimentazione e attività microbiche intestinali e fecali.

Sono sempre più numerosi gli studi che analizzano il ruolo delle componenti della dieta sulla composizione del microbiota intestinale.
Non solo per capire se esistano regimi alimentari più indicati rispetto ad altri. Ma anche se alimenti specifici ed integrazioni possano ripristinare un corretto equilibrio.

Introduzione

I trilioni di microrganismi che vivono nell’intestino dei carnivori (e non solo) svolgono un ruolo fondamentale nel mantenimento della salute dell’apparato digerente e dell’intero organismo.
Il microbiota è ormai considerato alla stregua di un vero e proprio organo, in comunicazione con. altri organi e apparati. Si trova tra l’altro anche a più diretto contatto con l’ambiente esterno.
Per questo è così sensibile a tutto ciò che viene introdotto, volontariamente o meno, nell’organismo.

Oggi sappiamo che non esiste un profilo tipico di ogni specie, che ne rifletta lo stato di salute.
Non sono tanto i singoli taxa o le singole specie di microrganismi ad avere un ruolo, quanto piuttosto la varietà e l’equilibrio tra le singole componenti.

Ad influenzarli sono senza dubbio fattori genetici e ambientali, ma sempre più importanza assumono anche le componenti dell’alimentazione, che influenzano tipologia ed abbondanza delle componenti microbiche.

Lipidi e microbiota

A differenza di quanto si è ritenuto per molti anni, il ruolo dei lipidi non è da considerarsi necessariamente negativo, tutt’altro.

I carnivori infatti sono in grado di sfruttare molto bene i lipidi come fonte energetica, grazie alla loro elevata digeribilità.
Gli acidi grassi saturi soddisfano in particolare il fabbisogno energetico per il mantenimento della temperatura corporea. Ma anche per la crescita, la riproduzione e l’attività fisica in generale. Possono anche rappresentare una riserva prontamente disponibile in caso di necessità.

Proprio per questo è necessario bilanciare il contenuto di lipidi con gli altri nutrienti, in modo da soddisfare tutti i fabbisogni nutrizionali.

I trigliceridi a media catena (MCT), acidi grassi saturi con 6-12 atomi di carbonio, vengono rapidamente digeriti dalle lipasi e trasportati direttamente nel flusso sanguigno. Per questo possono essere una fonte lipidica ottimale negli animali con difficoltà digestiva. O anche in caso di situazioni cliniche debilitanti.

L’acido linoleico e quello alfa-linolenico sono acidi grassi essenziali, perché i mammiferi non riescono ad inserire un doppio legame tra il nono atomo di carbonio ed il gruppo metilico al termine della catena dell’acido grasso.
Sono coinvolti in diversi processi metabolici e strutturali dell’organismo come componenti fondamentali delle membrane cellulari. Per il trasporto di nutrienti e metaboliti attraverso le membrane.
Sono necessari per una crescita regolare e per la prevenzione di diverse patologie come quelle cardiovascolari, ma anche diabete, ipertensione, infiammazione cronica, autoimmunità e cancro.

La maggior parte degli oli vegetali contiene tra l’80 e il 90% di acidi grassi insaturi, mentre i grassi animali ne hanno tra il 50 e il 60%.
Gli oli di canola, mais, soia e girasole rappresentano le fonti lipidiche vegetali più utilizzate nell’industria degli alimenti per animali da compagnia.

Per valutare l’effetto di diversi lipidi sulle popolazioni e sulle attività microbiche fecali, lo studio in esame ha impiegato due diverse integrazioni: una di origine animale (strutto suino) e l’altra di origine vegetale (olio di semi di canapa).

Bilanciare il contenuto di lipidi con gli altri nutrienti è fondamentale per soddisfare tutti i fabbisogni nutrizionali e mantenere in equilibrio il microbiota intestinale

Cosa dicono i ricercatori sul legame tra lipidi e microbiota?

I risultati ottenuti sembrerebbero indicare che la quantità e la fonte dei grassi alimentari influiscono sia sulle attività microbiche che sulla popolazione microbica intestinale.

Le differenti comunità microbiche sembrano adattarsi nel tempo alla tipologia di grassi della dieta, senza che si verifichi necessariamente disbiosi.

Le feci dei cani alimentati con la dieta a base di olio di semi di canapa hanno mostrato una maggiore quantità di Lactobacillus, migliorando l’attività di fermentazione dei carboidrati in vitro. Inoltre, il maggior numero di lattobacilli osservato nelle feci dei cani alimentati con l’alimento contenente olio di semi di canapa sembra essere indicativo di un effetto positivo.
Ma sono necessari, concludono gli autori, ulteriori studi per valutare se questi risultati siano legati al profilo degli acidi grassi dell’olio di semi di canapa o piuttosto ai metaboliti secondari presenti nella pianta.

In conclusione

Cominciamo a comprendere che le componenti della dieta, attraverso cambiamenti indotti sul microbioma, possono avere un impatto notevole non solo sulle malattie gastrointestinali, ma anche sulle allergie, sulla gestione del peso, sul diabete, sulle malattie renali e neurologiche.
Sul comportamento e più in generale su qualunque processo che coinvolga il sistema immunitario.

Ulteriori studi sono necessari per stabilire le interazioni fra i vari nutrienti e valutare come si possa agire sul microbiota. Non solo al fine di mantenerlo in equilibrio, ma anche per ripristinare uno stato di eubiosi in soggetti patologici.

[1] Valutazione dell’effetto di diverse fonti lipidiche alimentari sulla popolazione e sulle attività microbiche fecali nel cane – A. Vastolo et al.

Articolo tratto da una delle tesine elaborate per la Scuola di Nutrizione Clinica Sistemica Veterinaria 2022-2023


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