Cani da slitta e microbiota. Cosa sappiamo?
Cosa sappiamo del microbiota dei cani da slitta?
Come varia prima e dopo una gara di lunga distanza?
Che rapporto ha con la prestazione sportiva?
Le conoscenze sulle variazioni del microbiota nei cani da slitta prima e dopo lo sforzo atletico non sono ancora del tutto note.
Ma gli studi sono promettenti.
Cani da slitta e microbiota
Il microbiota intestinale può essere considerato un organo, che fornisce funzioni essenziali all’ospite. Tra cui la produzione di acidi grassi a catena corta (SCFA), la modulazione immunitaria e la protezione da alcuni agenti patogeni. Il ruolo del microbiota intestinale nella salute e nella malattia ha suscitato un crescente interesse, tanto che sono state esplorate associazioni sia nelle malattie intestinali che in quelle extra-intestinali.
Una buona prestazione di resistenza potrebbe essere utilizzata come indice di buona salute. Infatti, sono state segnalate potenziali associazioni tra prestazioni di resistenza e composizione del microbiota intestinale negli esseri umani, ma non ancora nei cani.
Pertanto, le gare di lunga distanza dei cani da slitta potrebbero rappresentare un buon modello per studiare le associazioni tra le caratteristiche del microbiota intestinale e la buona salute.
Microbiota nei cani da slitta. Lo studio.
Uno studio del 2020 ha analizzato il microbiota intestinale in 166 campioni fecali di 96 Alaskan Husky. In rappresentanza di 16 squadre partecipanti alla Femund Race 2016 (400 km) in Norvegia.
È stata messa in relazione la composizione del microbiota con le prestazioni e i metadati ricavati dai questionari. Per quanto riguarda i dati compositivi derivati dal sequenziamento del gene 16S rRNA, è stata riscontrata una forte associazione negativa tra Enterobacteriaceae (associate a disbiosi) e Clostridium hiranonis (associate a normobiosi).
Le squadre con le migliori prestazioni hanno mostrato i livelli più bassi di batteri associati alla disbiosi prima della gara e la minore variazione (diminuzione) di questi batteri dopo la gara.
Conclusioni
Nel complesso i risultati dello studio supportano l’ipotesi che i batteri associati alla normobiosi siano coinvolti in meccanismi di resilienza. Potenzialmente in grado di prevenire la crescita di Enterobacteriaceae durante la gara.
Articolo tratto da una delle tesine elaborate per la Scuola di Nutrizione Clinica Sistemica Veterinaria 2022-2023