Natale e relazioni: cosa è cambiato con cani e gatti in questo 2020?

Questo 2020 è stato certamente un anno che ha messo alla prova le capacità di resilienza di tutti noi, bipedi e quadrupedi. Facciamo il punto di fine anno con questo articolo: pandemia, ma anche di relazioni e stress, cosa è cambiato e cosa ci porteremo dietro nel nuovo anno.
Le relazioni sociali sono mutate molto negli ultimi 100 anni, anche in riferimento a quelle fra esseri umani e animali. Negli ultimi mesi però sembra abbiano messo un turbo a questo cambiamento. Aumenta lo stress, aumenta la distanza, eppure siamo più vicini a loro ora che qualche mese fa. Una chiacchierata di poche righe per riflettere con l’aiuto della scienza su questo cambio epocale.
Animali e pandemia: il concetto One Health
Con l’arrivo di questo nuovo virus, nel bene o nel male, il concetto One Health è improvvisamente sotto gli occhi di tutti. One Health, ovvero “salute unica” fa riferimento alla intercomunicazione fra sistemi: la salute umana non può essere scissa dalla salute ambientale e animale. Citando The Lancet in un articolo uscito a Maggio 2020:
L’apparente predominio della specie umana comporta un’enorme responsabilità. Così, nella nostra ricerca di garantire la salute e la sopravvivenza dell’umanità, dobbiamo considerare la complessa interconnessione e interdipendenza di tutte le specie viventi e dell’ambiente, il concetto di Salute Unica [1].
Certamente uno degli aspetti del concetto One Health riguarda proprio le malattie che si possono trasmettere da animale a uomo (zoonosi) e questo è uno degli aspetti ovviamente (e giustamente) maggiormente sottolineati durante gli ultimi mesi. Ma a noi di W4V ci piacerebbe allargare questo concetto.
Ci auguriamo di uscire finalmente dall’antropocentrismo spinto. In questo 2021, vorremmo che un argomento così importante come One Health non fosse solo un piangere sul latte versato, quando il virus è già fra noi. Vogliamo augurarci per questo anno a venire, che davvero si abbia il coraggio di guardare alla salute del macrocosmo di cui facciamo parte in modo unitario.
Ad esempio, possiamo augurarci un utilizzo sempre più razionale degli antibiotici e antiparassitari, che tanti danni fanno all’ambiente oltre che al microbiota e ai pazienti. Usarli meno, usarli coscientemente potrebbe essere un obbiettivo raggiungibile per questo anno a venire, dai!

Cani, gatti e altri Pet nel 2020: come sono cambiate le nostre relazioni?
Se già un cambio sociale era all’opera prima di questa pandemia, certamente il periodo di reclusione casalinga lo ha accelerato. Cani e gatti hanno cominciato il processo di domesticazione come animali da lavoro, che venivano accuditi “a cambio” che compissero con specifici fini. Altri animali come il coniglio erano destinati al consumo delle carni o al trasporto (cavallo, ma non solo).
L’amicizia uomo-animale c’è sempre stata, ma certo si è intensificata poi con la rivoluzione industriale, dove i Pet hanno perso il loro significato di utilità, per acquisire quello di compagni. Ultimamente però si è andati ancora un passo avanti: cani, gatti, conigli, furetti, cavalli e altri ancora non più animali da compagnia, ma membri integranti della famiglia.
Questo processo, chiamato dai sociologi di parentizzazione (pet parenthood) si esprime sia nei modelli di consumo e di acquisto, che come senso di responsabilità e ansie correlate.
Riguardo le preoccupazioni, sicuramente la pandemia non ha aiutato. Secondo uno studio, più è stretta la relazione fra noi e loro, più le ansie si amplificano. Alcune fra le preoccupazioni che si sono acuite durante la pandemia riguardano il poter soddisfare le loro esigenze, accedere alle cure veterinarie, ma anche problemi comportamentali nuovi o in peggioramento.
Alcuni familiari sono talmente preoccupati dal destino del loro animale in caso dovessero ammalarsi, da valutare persino se ricorrere al ricovero ospedaliero o comunque ritardando il contatto con i medici nel timore di non potersi prendere cura degli animali cari.
Ultimo, ma non ultimo, il ruolo degli animali nella pandemia non è ancora chiaro. Sembrava non potessero infettarsi, mentre alcuni studi più recenti sembrano indicare una potenziale (anche se bassissima) vulnerabilità al virus anche da parte di cane e gatto. Certo, un test positivo non vuol dire che possano trasmettere la malattia, chiariamolo! Ma il loro ruolo come possibili “malati” non è ancora stato del tutto chiarito.
Il lockdown ci ha distanziati.. ma anche avvicinati!
Eh si, questo è certo. Lontani, ma vicini, dalle nostre famiglie e dai nostri cari. Ma sempre più vicini ai nostri cani, gatti, furetti. Diversi studi hanno già evidenziato come la relazione fra noi e loro sia più stretta ora che prima di questo virus. Cani e gatti (i più studiati), sono stati di grande aiuto emotivo durante i periodi di reclusione, anche se apparentemente non senza ripercussioni sul loro stato di salute mentale e generale.
A causa degli spazi ristretti, aumenta infatti lo stress domestico e diminuisce la qualità della vita, specialmente per i cani. I gatti sembrano in generale cavarsela meglio, anche se è difficile a volte per un familiare evidenziare lo stress nei nostri piccoli felini e per questo il dato potrebbe non essere attendibile.
Siamo provati, certamente, a fine anno possiamo dirlo. Non sappiamo cosa verrà e gli stress impredicibili sappiamo essere uno dei peggiori stressor cui gli esseri viventi possono essere sottoposti. Ma anche in questo appunto i nostri animali ci vengono in aiuto!
A prescindere dalla specie scelta, la relazione uomo-animale può raggiungere una vicinanza emotiva tale da mitigare gli effetti psicologici dannosi dell’isolamento, questo ci dicono diversi studi. Ancora una volta quindi, ci fanno bene!
Un bel pensiero con cui chiudere l’anno!
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Post scritto da Dr.Maria Mayer, DVM, PhD, CEO Webinar4VETs.
[1] Amuasi, John H., et al. “Reconnecting for our future: The Lancet One Health Commission.” The Lancet 395.10235 (2020): 1469-1471. [2] Applebaum, Jennifer W., et al. “The Concerns, Difficulties, and Stressors of Caring for Pets during COVID-19: Results from a Large Survey of US Pet Owners.” Animals 10.10 (2020): 1882. [3] Bowen, Jonathan, et al. “The effects of the Spanish COVID-19 lockdown on people, their pets and the human-animal bond.” Journal of Veterinary Behavior (2020). [4] Patterson, Edward Ian, et al. “Evidence of exposure to SARS-CoV-2 in cats and dogs from households in Italy.” Nature communications 11.1 (2020): 1-5. [5] Abdel-Moneim, Ahmed S., and Elsayed M. Abdelwhab. “Evidence for SARS-CoV-2 infection of animal hosts.” Pathogens 9.7 (2020): 529. [6] Ratschen, Elena, et al. “Human-animal relationships and interactions during the Covid-19 lockdown phase in the UK: Investigating links with mental health and loneliness.” PloS one 15.9 (2020): e0239397.Foto di Elly Fairytale da Pexels