Winter is coming, i Piccoli Mammiferi e l’autunno

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Topo in autunno

Winter is coming

Una citazione indimenticabile per chiunque si sia appassionato alle gesta dei personaggi creati da George Martin per le sue Cronache del ghiaccio e del fuoco.

Winter is coming è stato anche il titolo della prima puntata in assoluto di Game of Thrones e almeno a sentire le dichiarazioni rilasciate dallo stesso Martin sembrerebbe che il riferimento fosse rivolto al cambiamento climatico. I popoli del mondo fantastico di Westeros proprio come gli attuali abitanti del Pianeta Terra sono distratti da mille vicende e tendono a non preoccuparsi della minaccia climatica che incombe.

In effetti siamo così assuefatti alla nostra eterna estate grazie alla disponibilità di qualunque tipologia di vegetali coltivati e frutta in ogni stagione e dalla nostra climatizzazione artificiale, che ci accorgiamo distrattamente persino del passaggio da una stagione all’altra.

Nonostante molte delle feste che ancora oggi celebriamo siano nate proprio come rituali pagani di preparazione ai cambiamenti di ritmo della natura noi scegliamo di dimenticarcene, troppo presi dal frenetico vorticare da un impegno all’altro.

Gli animali che condividono la loro esistenza con noi, come stanno vivendo l’autunno?

Ci sono molte differenze ovviamente, che dipendono sia dalla specie di appartenenza che da ogni singolo individuo con le proprie caratteristiche peculiari.
E non parliamo poi dei rettili, né di tutte quelle specie che hanno scelto il letargo come strategia adattativa per superare la stagione fredda e che proprio ora hanno necessità di prepararsi al meglio a questo straordinario processo.

I ricci europei sono tra le specie che in autunno hanno bisogno di prepararsi al letargo, rispettiamoli!

Confesso che nonostante mi occupi di rettili e di animali selvatici da sempre non mi sono ancora abituata all’emozione di vederli rispuntare in primavera pronti a ripartire, dopo un “sonno” lungo mesi interi…

Ma proviamo a concentrarci per un attimo su alcuni Piccoli Mammiferi con cui viviamo comunemente ormai. Che cambiamenti potremmo notare in autunno?

Il coniglio

Il precursore del coniglio domestico è il coniglio selvatico, un animale evoluto per vivere anche ai nostri climi e alle nostre latitudini.
Come cambia la sua alimentazione in autunno?

La prima cosa che cambia è l’appetito: nella stagione calda i conigli tendono a mangiare meno, concentrando nelle ore serali e nelle prime ore del mattino l’assunzione del cibo e riposando il resto del tempo.

Quando le temperature cominciano ad abbassarsi e le ore luce diminuiscono anche i conigli che vivono in ambito domestico tornano ad essere più attivi. Anche durante la giornata: nonostante siano animali crepuscolari si adattano ai nostri ritmi da animali diurni.
E mangiano in quantità decisamente superiori.

Del resto è ormai ben noto che l’equilibrio ormonale non è affatto statico ma dinamico, come ogni processo naturale. E il variare delle stagioni è proprio uno dei fattori che influenzano la produzione di alcune sostanze chiave per il metabolismo. Come la melatonina e l’ormone della crescita GH, per esempio.

In natura mangiano tutte le erbe spontanee che trovano, fiori e foglie perché sanno che in inverno dovranno ripiegare sulla corteccia degli alberi, in particolare salici, betulle e querce, rami e rametti, foglie secche e aghi di pino. E cecotrofi ovviamente!

Chissà dunque come varierà anche il microbiota intestinale (e non solo), così complesso negli animali erbivori…

In casa invece la loro alimentazione tende ad essere la stessa, dalla primavera all’autunno passando per l’estate e l’inverno.
E la temperatura difficilmente scenderà sotto i 18-20°C a meno che non vivano all’esterno.
Per quanto riguarda la luce aggiungeremo quella artificiale alle ore di luminosità naturale, con buona pace del fotoperiodo.

La Cavia peruviana, il Chinchilla e il Degu

Le stesse considerazioni valgono anche per altri Piccoli Mammiferi erbivori.

La differenza ulteriore è che queste specie in natura vivono ad elevate altitudini sulle catene montuose delle Ande. Quindi in inverno troveranno ancora più difficilmente vegetali freschi e ricchi di nutrienti…

Il Furetto

Anche il furetto, come la puzzola, suo precursore selvatico, se vivesse in natura avrebbe bisogno di fare scorta di lipidi per superare l’inverno, ben sapendo che sarebbe più difficile trovare prede nella stagione più fredda.

E in effetti anche quando vivono in casa tendono ad aumentare di peso e a sostituire il mantello estivo con una pelliccia ben più folta.

Eppure anche a loro forniamo sempre lo stesso cibo, nelle medesime quantità, senza variazioni da una stagione all’altra.

Possiamo fare qualcosa?

Non abbiamo al momento a disposizione studi che ci dicano quanto influisca negativamente sulla salute degli animali il mancato rispetto di una variabilità stagionale, sia in termini di qualità e variabilità di cibo che di fotoperiodo.

Sappiamo però dalla PNEI che se l’asse endocrino non ha la possibilità di esprimersi come dovrebbe le ripercussioni riguarderanno l’intero organismo, compresi il sistema immunitario e il comparto emozionale.

Non è possibile ovviamente nella maggior parte dei casi far vivere questi animali a temperature invernali perché condividono i nostri stessi spazi, però potremmo riflettere di più sulla scelta del cibo.

Per esempio integrando l’alimentazione degli erbivori con erbe spontanee stagionali e incrementando l’assunzione di fieno.
E scegliendo vegetali coltivati tipici della stagione in corso.

Magari potremmo anche fare più attenzione al fotoperiodo, lasciando che almeno gli animali con cui viviamo non siano esposti in inverno a più di otto, dieci ore di luce.

Potremmo semplicemente tornare ad accorgerci anche noi che la natura vive di ritmi, cicli, oscillazioni, equilibri dinamici e che l’autunno è la stagione in cui tornare a casa, non solo quella fisica.

E chissà, forse potremmo anche ridare significato a feste, miti e storie, ad una saggezza antica di cui gli animali sono portatori indiscussi.
Probabilmente anche per questo riusciamo sempre meno a vivere senza di loro!

Foto: Pexels.com e Pickpik.com

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