Floriterapia australiana: cosa sono le essenze floreali e perché possono essere utili anche in medicina veterinaria
Che cos’è la floriterapia: un’antica disciplina energetica
La floriterapia è una disciplina antica, che affonda le sue radici nel rapporto millenario tra l’uomo e la natura. Non si tratta di fitoterapia: le essenze floreali non contengono principi attivi biochimici, non sono estratti di piante come avviene con gli integratori vegetali. Lavorano invece su un piano energetico e vibrazionale, agendo sugli stati emozionali e sull’equilibrio profondo dell’individuo.
Già oltre tremila anni fa gli Egizi raccoglievano la rugiada dei fiori per trattare gli squilibri emotivi. Gli aborigeni australiani utilizzavano da sempre i fiori come strumenti di cura, entrando in connessione con la natura attraverso pratiche rituali, come il tempo del sogno, che permetteva di accedere alla conoscenza terapeutica trasmessa dai Deva, le guide spirituali.
In epoca più recente, Santa Ildegarda di Bingen e Paracelso proseguirono questa via di
osservazione profonda della natura. Ma è al medico inglese Edward Bach che dobbiamo l’attuale
sistematizzazione della floriterapia. Tra gli anni ’20 e ’30 del Novecento definì il metodo di
preparazione per solarizzazione, ancora oggi utilizzato in tutto il mondo.
L’origine della floriterapia australiana
Mentre il sistema di Bach è il più noto e diffuso in Europa, in Australia si è sviluppata una
tradizione autonoma e complementare. Non a caso, Bach stesso auspicava che ogni continente
potesse individuare i propri rimedi autoctoni.
L’Australia, con la sua antica energia geologica, la purezza ambientale e l’incredibile biodiversità
del bush, è diventata la culla di due sistemi principali di floriterapia australiana: quello dei coniugi
Barnao e quello di Ian White, oggi il più conosciuto e diffuso.
Ian White e le Australian Bush Flower Essences
Ian White è il fondatore del sistema Australian Bush Flower Essences. Cresciuto in una famiglia di naturopati da cinque generazioni, ha fin da bambino esplorato il bush australiano, accompagnato dalla nonna, imparando a riconoscere le proprietà sottili delle piante.
Dopo un’esperienza personale di malattia e guarigione grazie alla medicina naturale, White ha
intrapreso un lungo lavoro di ricerca che lo ha portato, negli anni ’80, a individuare 69 essenze
floreali australiane e numerose combinazioni sinergiche.
Le essenze Bush Flower si caratterizzano per:
– la rapidità d’azione, spesso visibile entro pochi giorni;
– la capacità di lavorare contemporaneamente su piani emozionali, psicosomatici e,
indirettamente, fisici;
– la forte energia vibrazionale data dall’ambiente incontaminato in cui i fiori crescono.
Il metodo di preparazione rispetta il principio della solarizzazione. L’energia del fiore viene
impressa nell’acqua attraverso l’esposizione al sole, trasferendo la qualità informazionale della
pianta senza estrarne componenti chimici.
Per approfondire ulteriormente puoi visitare il sito ufficiale delle Bush Flower Essences:
https://www.bushflower.it/ita/
La differenza rispetto alla fitoterapia
È importante ribadire che la floriterapia non è fitoterapia. Non agisce attraverso dosaggi di
molecole attive né interagisce con la farmacocinetica degli organismi. Si lavora esclusivamente su
uno schema di risonanza energetica, attraverso il quale le essenze vanno a modulare aspetti
emozionali, stati d’animo, paure, insicurezze, rigidità interiori.
Proprio per questa caratteristica, le essenze floreali possono essere utilizzate senza interferenze
farmacologiche, anche in pazienti complessi o politrattati.
Floriterapia e medicina veterinaria: il ruolo nel supporto nutrizionale
In medicina veterinaria, la floriterapia può rappresentare uno strumento estremamente utile,
soprattutto per quei pazienti in cui il lavoro nutrizionale incontra ostacoli legati al comportamento,
all’ansia o alla sfera emozionale.
Il nutrizionista veterinario si trova spesso davanti a cani e gatti:
– selettivi sul cibo;
– che presentano nausea ricorrente;
– con difficoltà di adattamento a nuove diete;
– che presentano disturbi cronici dell’Asse Intestino-Cervello;
– con patologie psicosomatiche come la cistite idiopatica.
In questi casi, pur mantenendo un approccio clinico strutturato, l’integrazione delle essenze floreali
può rappresentare un valido presidio complementare, capace di migliorare l’aderenza al piano
dietetico, il benessere generale del paziente e la sua risposta ai trattamenti nutrizionali e medici.
Naturalmente, l’uso della floriterapia in ambito veterinario richiede formazione specifica,
conoscenza del metodo e capacità di integrazione clinica responsabile.
Approfondire la floriterapia veterinaria: formazione continua per medici veterinari
Proprio per offrire una formazione pratica e mirata sull’utilizzo della floriterapia in ambito
nutrizionale veterinario, abbiamo organizzato la Formazione continua del mese di agosto 2025.
Il corso prevede due moduli:
– Modulo 1 (disponibile dal 1 agosto): introduzione alla floriterapia in medicina veterinaria,
con approfondimento specifico sul metodo Bach e sui Bush Flower australiani;
– Modulo 2 (in diretta il 28 agosto): applicazioni cliniche concrete nei pazienti nutrizionali,
con spazio dedicato alle domande e al confronto.
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L’evento è accreditato SPC, rivolto a medici veterinari nutrizionisti e generalisti che desiderano
integrare strumenti complementari nella pratica clinica.
Conclusioni
La floriterapia australiana rappresenta oggi una delle espressioni più affascinanti della medicina
energetica. Nata da un sapere antichissimo e sviluppata con metodo moderno, offre un’opportunità
di intervento rispettosa, non invasiva e sinergica, soprattutto nei pazienti cronici e complessi.
Per i medici veterinari, conoscere e comprendere l’approccio delle Essenze floreali australiane
significa disporre di un’ulteriore risorsa clinica, capace di sostenere il lavoro nutrizionale anche nei
casi in cui il cibo non basta da solo a riportare l’equilibrio.









