Il ricordo come bussola: memoria emozionale e tartarughe

Le neuroscienze ci raccontano da tempo di come parte delle nostre emozioni e della loro eredità siano custodite in porzioni del DNA di cui si scoprono sempre nuovi ruoli.
E di come questo possa essere ritenuto un vero e proprio “bagaglio emozionale”. Anche per le tartarughe!
Gli studi sul “meccanismo” di trasmissione ereditaria di paure ed esperienze si sono concentrati prevalentemente, negli ultimi anni, dei mammiferi. Ma in realtà c’è un’altra classe che è stata presa in considerazione: i rettili.
Se n’è occupato in particolare l’Okinawa Institute of Science and Technology, in Giappone.
Tartarughe, testuggini e memoria
Tracce di eredità emozionale sono state dimostrate anche nelle testuggini. In particolar modo quelle giganti che sembrerebbero dimostrare una memoria cognitiva ed emotiva di ciò che hanno appreso fino a dieci anni prima. Dunque , oltre alla più classica reputazione di esseri lenti, hanno in realtà dimostrato di avere notevoli capacità mnemoniche, specialmente se associate ad un’emozione di “gioia”.
Le tartarughe? Non sono lente nell’apprendere
Lo studio sopracitato, riportato anche sulla rivista Animal Cognition, è basato su un lavoro condotto nove anni fa da scienziati giapponesi. Hanno insegnato a un gruppo di tartarughe in cattività, presenti negli zoo di Vienna e Zurigo, a mordere l’ estremità di un particolare bastoncino colorato in cambio di cibo, utilizzando come strategia di apprendimento quella del condizionamento per rinforzo positivo.
All’ epoca, le tartarughe venivano addestrate a mordere solo il bastoncino corretto per ricevere il cibo, nonostante venissero presentati due colori diversi.
Dopo quasi un decennio lo stesso team di ricercatori è tornato dalle medesime testuggini. E ha scoperto che erano in grado di ricordare la lezione appresa 10 anni prima.
Non solo, la stessa abilità era presente anche nelle tartarughe nate successivamente.
Come se fosse stata “impressa” nella loro memoria pur non avendone mai fatto esperienza diretta prima.
Rettili come macchine
Fino a non troppo tempo fa i rettili venivano considerati come macchine. Erano ritenuti incapaci di comportamenti più complessi.
In realtà le tartarughe e le testuggini imparano più velocemente se sono in gruppo anziché da sole.
Quasi a sottolineare una capacità di apprendimento sociale. In più l’apprendimento, soprattutto se associato ad emozioni positive (come nel caso della ricompensa in cibo), è trasmissibile alle generazioni future.

ma anche nella specie marina Caretta caretta
Una memoria da far invidia. Anche in acqua
Una buona memoria è stata riscontrata non solo nelle testuggini giganti ma anche nella specie marina Caretta caretta. Le tartarughe femmine hanno mostrato, durante il periodo della loro nidificazione, che la scelta delle spiaggia non è casuale: ritornano proprio nello stesso luogo dove loro stesse sono nate.
Questi animali finiscono per effettuare una specie di ritorno alle origini, quasi celebrando un rituale ciclico. Sviluppano una sorta di imprinting nei confronti della loro spiaggia natale e , dopo essere cresciute, utilizzano e trasmettono ai futuri nati questa conoscenza, come una bussola incisa nel loro genoma e in grado di riportarle a casa.
Tale fenomeno, chiamato natal homing è stato spiegato dagli esperti attraverso due ipotesi: la prima afferma che le tartarughe marine siano in grado di memorizzare le caratteristiche chimiche delle loro spiagge natali; la seconda si basa sulle loro capacità di sfruttare i campi magnetici terrestri durante gli spostamenti in mare. Memorizzando il particolare magnetismo della loro spiaggia natale, da adulte le Caretta caretta sono in grado di farvi ritorno.
E’ fondamentale dunque dare valore alla memoria e alle emozioni, anche nei rettili!
Articolo della dott.ssa Rossella Politi, tecnico veterinario