Tecnico veterinario e sicurezza sul lavoro
Quando si parla di sicurezza sul lavoro in ambito tecnico veterinario, ci riferiamo a quell’insieme di misure preventive volte a minimizzare i rischi e proteggere salute e integrità fisica dell’operatore/collaboratore.
Dal punto di vista legislativo, in ambito di sicurezza sul lavoro del tecnico veterinario, si fa riferimento alla legge n 626 del D.l.N 81/2008. Il risultato di una serie di norme in materia di sicurezza che si sono susseguite nel tempo a favore dei lavoratori.
Tecnici e medici veterinari, vengono in contatto con molte sostanze pericolose e vivono situazioni differenti che potrebbero esporli a danni, sia fisici ma anche psicologici.
Perché si parla anche di “tutela di integrita’ psico-fisica”? Lo vediamo insieme.
Tecnico veterinario e il burnout
Il concetto di “burnout” è diventato sempre più conosciuto e diffuso negli ultimi anni e fa riferimento ad un stato di “esaurimento fisico, emotivo e mentale” causato da un prolungato e inteso stress lavorativo. E’ un fenomeno che può colpire sia professionisti che lavoratori di diverse categorie, compresi medici e tecnici veterinari.
Tale fenomeno si sviluppa gradualmente, a causa dell’accumulo di stress cronico e di un carico di lavoro eccessivo. A volte la causa è l’ambiente di lavoro stesso. Un rapporto poco sereno con i colleghi o superiori, una scarsa organizzazione ma anche la “troppa passione” per ciò che si fa. L’incapacità di dire dei no spesso è una causa di burnout.
Il desiderio spasmodico di dimostrare le proprie capacità e accettare compiti a cui non si è preparati infatti possono portare ad un forte stress psicologico.
Come si presenta il burnout?
La sintomatologia di solito comprende affaticamento cronico con sensazione persistente di stanchezza, riduzione delle energie fisiche e mentali ed una conseguente diminuzione dell’efficacia e interesse durante lo svolgimento delle attività lavorative. Altri campanelli di allarme sono la depersonalizzazione, quindi la tendenza ad avere atteggiamenti distanti e cinici, perdendo cosi l’empatia e la connessione emotiva con il contesto lavorativo (colleghi-clienti e pazienti). Insieme ad ansia, problemi di memoria o irritabilità.
Il burnout può essere gestito con delle opportune misure di auto protezione e gestione dello stress. Come ? Prima di tutto prendendosi cura di sé e dedicando tempo anche alle proprie esigenze, creando un equilibrio tra vita lavorativa e personale.
Stabilendo dei confini chiari, imparando a dire “no” quando necessario per evitare un carico di lavoro eccessivo. Praticando tecniche di gestione dello stress (meditazione, yoga,etc…) e rivedendo le priorità personali, fissando obiettivi realistici per ridurre la pressione esterna. Condividendo il proprio disagio con i colleghi. Perché ricordiamoci sempre che tecnici e medici sono una squadra e per un buon funzionamento, è giusto avere cura l’uno dell’altro!
Tecnico veterinario, quando il rischio si fa fisico
Lavorare in maniera sana e sicura è essenziale specialmente per lavori di questo tipo, che portano spesso a contatto con sostanze pericolose. Radiazioni, chemioterapici, gas anestetici e molte altre sostanze.
Una delle armi di difesa in merito alle radiazioni è l’utilizzo del camice piombato, con annesso collare per la tiroide e guanti, messi a disposizione dal datore di lavoro.
Il camice deve essere conservato in modo corretto, sempre appeso e mai piegato altrimenti le protezioni di piombo interne potrebbero rompersi perdendo la loro efficacia.
Riguardo ai dispositivi necessari per i chemioterapici abbiamo: guanti usa e getta, mascherina FFP2S con filtro ( per non inalare i vapori), camice adeguato che non contamina i vestiti indossati e cappa di aspirazione per la preparazione eventuale dei farmaci.
Ultima , ma non meno importante, è anche la pericolosità che si associa alla sala chirurgica.
Oltre ad incidenti con strumenti taglienti,il rischio maggiore proviene dai gas anestetici che devono essere OBBLIGATORIAMENTE EROGATI all’interno di sistemi a circuito chiuso in cui presente il recupero dei gas esausti, altamente tossici per le persone. Il recupero avviene attraverso l’impiego di sistemi di aspirazione centrali o a “canestri” che li assorbono, di cui è importante il monitoraggio. Quando esausto, il sistema rilascia i gas nell’ambiente.
In conclusione
In conclusione, possiamo dire che la prevenzione del rischio in ambito veterinario nasce prima di tutto dalla consapevolezza dei pericoli presenti. In secondo luogo dalla capacità di rispettare le regole (per se stessi e gli altri) e dalla capacità organizzativa del datore di lavoro.
Teniamo sempre conto che un buon lavoro non si basa solo su una buona preparazione, ma anche dal giusto equilibrio tra mente e corpo.
Articolo della dott.ssa Rossella Politi, Tecnico veterinario